Il life cycle thinking è diventato un paradigma per la parametrizzazione degli effetti ambientali di prodotti e servizi, ma è comunemente usato anche per descrivere processi di mitigazione ai cambiamenti climatici associati a prodotti e servizi alternativi. Le politiche di mitigazione, come noto, sono motivate dal desiderio di evitare gli effetti dei cambiamenti climatici. Nella maggior parte delle analisi LCA gli effetti climatici sono evidenziati come somma ponderata delle emissioni di CO2, CH4, N2O, considerate nell’intero ciclo di vita del prodotto o del servizio e parametrizzate ad un’unità funzionale, con il risultato di ottenere un indicatore di intensità chiamato Global Warming Intensity (GWI). Il GWI è comunque da considerarsi una proxy, poiché vi sono molte assunzioni sottostanti tale indicatore.
Come noto, non vi è un modo univoco di condure un’analisi LCA e anche seguendo pedissequamente le linee guida dell’ International Reference Life Cycle Data System (ILCD) l’analisi è condizionata dalla scelta dei system boundaries, dalle fonti dei dati, dai metodi di aggregazione utilizzati, dalla valutazione dei co-product, etc.. In più, a complicare il quadro, vi sono due differenti framework, da poter seguire: a) la Attributional LCA (ALCA) che, in estrema sintesi, prende in considerazione i flussi in un sistema “statico”, come la quantità di energia, l’utilizzo dei materiali lungo la catena di produzione e fornitura del prodotto/servizio, la fase d’uso e la fase del fine vita (discarica o riciclo); metodologia questa che non tiene, però, in considerazione variazioni nei contesti economici, politici, tecnologici, sociali; b) la Consequential LCA (CLCA) che d’altro canto stima i flussi da e verso l’ambiente che possono variare in base a differenti decisioni, ossia, prende in considerazione solamente gli elementi del sistema che possono essere oggetto di decisioni.
Il dibattito, non nuovo, risiede proprio in queste differenze. Molti scienziati sostengono che la CLCA si adatti meglio alla stima degli effetti di una decisione o di una azione, evidenziandone il potenziale di mitigazione e per questo sia più utile per valutare differenti scenari. I benefici per il cambiamento climatico conseguenti ad azioni di mitigazione, infatti, sono stimati sulla differenza dello stato del clima con e senza tali azioni, includendo nell’analisi tutti i cambiamenti di processo e le forzanti climatiche dentro e fuori i confini della supply chain. Ad esempio, se si prendesse in considerazione una politica dedicata all’introduzione di una nuova tecnologia, la valutazione riguardo le conseguenze sul cambiamento climatico dovrebbe scaturire dalla differenza fra l’impatto climatico risultante dalla nuova politica e il totale dell’impatto climatico dello scenario di base. Ma se all’ALCA vengono mosse critiche per la mancata inclusione di parametri di valutazione di altri sistemi complessi, che possono essere modificati dalle decisioni prese, la CLCA a sua volta soffre dell’incertezza dovuta alla proiezione nel futuro di ipotesi su scenari complessi. Altro punto controverso nelle analisi LCA pubblicate è quello della mancata inclusione di altri fattori che potenzialmente hanno impatti sul clima (emissioni dovute all’aerosol, ai solfati, ect..) o a di fenomeni che aumentano il tempo di permanenza in atmosfera dei gas climalteranti, o dell’albedo.
L’incertezza è sicuramente una costante nelle analisi LCA, per questo, anche nella comparazione fra due prodotti sostituibili deve essere ponderata adeguatamente e le due analisi LCA devono essere armonizzate in via preventiva. Tale incertezza non deve, però, fungere da blocco, ma deve spronare la ricerca di un modello, se vogliamo più complesso, ma che cerchi di tener conto di tutti gli effetti sull’ambiente di una determinata azione.
Quale ruolo allora dovrebbe avere LCA nel processo decisionale dei policymaker e più in generale nella definizione delle policy di mitigazione? Il dibattito è tutt’ora aperto.
Estratto dall’articolo Plevin, R. J., M. A. Delucchi, and F. Creutzig. 2014. Using Attributional Life Cycle Assessment to Estimate Climate-Change Mitigation Benefits Misleads Policy Makers. Journal of Industrial Ecology 18(1): 73-83.
Ulteriori riferimenti: Majeau – Bettez at al. 2011, Zamagni 2012.