L’agenzia americana EPA (Environmental Protection Agency) ha proposto una riduzione del 30 per cento delle emissioni di anidride carbonica dalle centrali elettriche esistenti del paese entro il 2030.
Anche se i singoli stati si daranno obiettivi diversi a seconda del gradi di intensità delle emissioni di carbonio delle loro centrali elettriche attuali, il settore energetico avrebbe bisogno di ridurre le emissioni di anidride carbonica, in media, del 25% entro il 2020 e raggiungere l’obiettivo del 30% dopo 10 anni. Le riduzioni proposte saranno basate sulle emissioni del 2005, questa sarebbe la baseline che la Casa Bianca ha deciso di utilizzare per impostare un obiettivo globale di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 17% entro il 2020.
L’uso di shale gas, estratto con la tecnica del fraking dalle enormi riserve in Pennsylvania, in Texas e altrove sta già aiutando gli Stati Uniti a ridurre le emissioni. Ma il carbone è ancora un fattore molto importante nella produzione di energia degli USA, le centrali che lo utilizzano rappresentano, infatti, circa il 40% di energia elettrica prodotta.
Dopo che le proposte saranno rese pubbliche, vi sarà una fase di consultazione della durata di un anno, seguito da altri 12 mesi in cui gli Stati dovranno presentare alla Casa Bianca i loro piani per la riduzione. Nonostante enormi ritardi, gli osservatori internazionali ritengono che le nuove proposte dell’amministrazione Obama in merito alla riduzione delle emissioni, contribuiranno a ristabilire una credibilità degli Stati Uniti sulla scena internazionale.